martedì 23 febbraio 2021

Didone

Olga Karlatos, "Eneide" (1971)
Improbe Amor, quid non mortalia pectora cogis!
Ire iterum in lacrimas, iterum temptare precando
cogitur et supplex animos summittere amori,
ne quid inexpertum frustra moritura relinquat.


O Amore crudele, a che cosa costringi i cuori degli uomini!
È costretta a ricorrere di nuovo alle lacrime, di nuovo a tentarlo con le preghiere
e, supplichevole, a sottomettere l’orgoglio all’amore,
per non lasciare nulla di intentato, destinata a morire invano.
(Publio Virgilio Marone, Eneide, IV 412-415)



Nessun commento: