venerdì 22 maggio 2009

Er giorno der giudizzio

Cuattro angioloni co le tromme in bocca
Se metteranno uno pe ccantone
A ssonà: poi co ttanto de voscione
Cominceranno a ddì: "Ffora a cchi ttocca"


Allora vierà ssù una filastrocca
De schertri da la terra a ppecorone,
Pe rripijjà ffigura de perzone
Come purcini attorno de la bbiocca.


E sta bbiocca sarà Ddio bbenedetto,
Che ne farà du' parte, bbianca, e nnera:
Una pe annà in cantina, una sur tetto.


All'urtimo usscirà 'na sonajjera
D'angioli, e, ccome si ss'annassi a lletto,
Smorzeranno li lumi, e bbona sera.

(G.G. Belli, 25 novembre 1831)

venerdì 15 maggio 2009

Pittima

Pittima è il termine con cui nell'antichità veniva definita, particolarmente nelle repubbliche marinare di Venezia e Genova, una persona pagata dai creditori per seguire costantemente i propri debitori insolventi. Sorta di esattore che aveva come compito quello di ricordare a costoro che dovevano saldare il debito contratto.
La pittima, vestita di rosso, poteva gridare a gran voce "Damme ë palanche! Damme ë palanche!" per mettere in imbarazzo il debitore, ed il suo costante pedinamento era volto a sfiancarlo così che questi si decidesse a saldare il debito, la cui riscossione gli poteva fruttare una percentuale più o meno congrua.
In particolare nella Serenissima Repubblica la figura della pittima era reclutata tra gli emarginati e i disagiati che fruivano di una sorta di assistenza sociale del Doge costituita da mense pubbliche ed ostelli a loro riservati. Questi assistiti dovevano però rendersi disponibili a richiesta delle istituzioni per fare la pittima: il debitore pedinato non poteva nuocere a queste figure istituzionali pena la condanna. Il credito doveva essere difeso come il buon nome della maggiore repubblica commerciale dell'epoca.

venerdì 1 maggio 2009

Primo maggio

A chi lo aveva,
a chi lo ha ritrovato,
a chi lo ha mantenuto,
a chi lo ritroverà.
Buona Festa del Lavoro!