Olga Karlatos, "Eneide" (1971) |
Ire iterum in lacrimas, iterum temptare precando
cogitur et supplex animos summittere amori,
ne quid inexpertum frustra moritura relinquat.
O Amore crudele, a che cosa costringi i cuori degli uomini!
È costretta a ricorrere di nuovo alle lacrime, di nuovo a tentarlo con le preghiere
e, supplichevole, a sottomettere l’orgoglio all’amore,
per non lasciare nulla di intentato, destinata a morire invano.
(Publio Virgilio Marone, Eneide, IV 412-415)
Nessun commento:
Posta un commento